Un volo di troppo
Flygskam. Non è una parolaccia. Letteralmente significa vergognarsi di volare, in svedese. È proprio qui, nel paese di Greta Thunberg, che nasce il movimento “No Fly”. Sebbene sia nato prima dell’avvento degli scioperi della giovane ambientalista, è stata proprio lei a portare alla ribalta il movimento, sensibilizzando migliaia di persone sull’uso moderato dei voli.
Non prendere l’aereo per combattere il cambiamento climatico è una scelta sempre più condivisa nel mondo. Secondo un report di WWF del 2018, in Svezia un cittadino su quattro opta per viaggi “slow” e risparmia all’ambiente tonnellate di CO2.
Parlando di numeri, un viaggio in aereo genera circa 100 grammi di CO2 per chilometro a fronte dei 15 in treno. Se è vero che il danno all’ambiente prodotto dai viaggi in aereo è di molto inferiore rispetto a quello di qualche decennio fa, bisogna comunque fare i conti con un numero di passeggeri in continua crescita. I risultati dovuti alla maggiore efficienza dei motori nel consumo dei carburanti vengono così di fatto annullati.
Anche in Italia le coscienze si stanno svegliando e sono sempre più i cittadini che scelgono di viaggiare in treno, soprattutto per tratte nazionali. Ma anche le lunghe distanze possono essere affrontate comodamente in treno e così la protesta corre sui social dove si rincorrono consigli e soluzioni per evitare di salire sull’ennesimo aereo, scegliendo mezzi più sostenibili.
Ma non solo social e scelte personali: l’urgenza di cambiare rotta – è proprio il caso di dirlo! – diventa anche politica. Diversi paesi si stanno muovendo per dar vita alla carbon tax, ovvero la tassa sulle risorse energetiche che emettono biossido di carbonio nell’atmosfera. Un’ecotassa a tutti gli effetti che avrebbe il merito di frenare e disincentivare l’uso dell’aereo e di mezzi altamente inquinanti. Francia e Svizzera si stanno muovendo in questa direzione, anche l’Italia farà lo stesso?