Per me è la cipolla
“Cipollino era figlio di Cipollone e aveva sette fratelli: Cipolletto, Cipollotto, Cipolluccio e così di seguito […] Gente per bene, bisogna dirlo subito, però piuttosto sfortunata. Cosa volete, quando si nasce cipolle, le lacrime sono di casa”. Inizia così “Le avventure di Cipollino”, uno dei più bei libri di Gianni Rodari: racconta, in un mondo popolato di frutta e verdura, la battaglia di Cipollino contro le ingiustizie subite da parte di Principe Limone e dell’aristocrazia locale. Da questa magnifica fiaba del 1951 è stato tratto uno spettacolo teatrale diretto dal regista Alexander Tattari, che avrebbe dovuto andare in scena la scorsa settimana nel centro culturale Szena di Mosca. È stato però cancellato all’improvviso.
A gettare nella disperazione la direttrice del centro culturale, Angelica Petrova, probabilmente sono stati i riferimenti all’attualità politica del Paese, con attori-ragazzi che avrebbero dovuto recitare con indosso i gilet gialli evocando il piano di rigenerazione urbana (costellata di sfratti) decretato dal sindaco di Mosca Serghei Sobyanin. Il titolo poi (“Non ci sono soldi, resistete”) richiama la frase pronunciata dal premier Dmitri Medvedev nel corso di un incontro con alcuni pensionati inferociti, in Crimea, dopo l’annessione.
“Una cosa del genere non si può mostrare sul palcoscenico di un ente statale: abbiamo personale, famiglie e mutui in banca”, avrebbe detto Petrova a Tattari. “Non vuole rischiare”, ha chiosato il regista. Una decisione che è stata presa nel giorno del 30esimo anniversario della caduta del muro di Berlino, una censura che manco ai tempi dell’Urss, quando peraltro il testo di Rodari era popolarissimo, trasformato anche in cartone animato e in balletto. C’è un lieto fine: lo spettacolo ora andrà in scena al teatro moscovita di Lianozovo, presso cui è accasato lo studio di Tattari.
Anche il libro di Rodari ha un lieto fine: “Adesso la storia è proprio finita. È vero che ci sono altri castelli e altri birbanti al mondo, oltre i Limoni. Ma uno per volta se ne andranno e nei loro parchi ci andranno i bambini a giocare. E così sia, amen”.