Il movimento dei Tacchini
Venghino signore e signori, è il giorno del Black Friday, la cuccagna dei consumi. In quella che è diventata, anche in Italia, una delle più grandi ricorrenze commerciali dell’anno, milioni di prodotti online e fuori dalla Rete vengono offerti a noi tutti con gustosi e imperdibili sconti.
Una tradizione yankee, che cade ogni anno nel venerdì all’indomani del Giorno del ringraziamento. Dopo aver spennato, cotto e pappato tacchini, milioni di statunitensi – ma non solo loro, con buona pace di Mario Giordano – si preparano grassi e satolli a essere spennati a loro volta.
L’origine del nome – Black friday – non è chiara. Quel nero, che in genere accompagna i momenti bui, le disgrazie e le grandi crisi, secondo alcuni deriverebbe dall’abitudine di alcuni lavoratori negli anni ’50 di darsi malati il venerdì successivo al Thanksgiving. Per altri farebbe riferimento alle annotazioni sui libri contabili dei commercianti che in questo periodo passavano dal colore rosso, simbolo delle perdite, al colore nero, segno di guadagni. Per altri ancora si rifarebbe a un’espressione utilizzata sempre nei ’50 per descrivere il traffico e le code che accompagnavano i primi giorni di frenetico shopping pre natalizio.
Indiscussa invece la nascita di un altro giorno Nero, il Giovedì, in quel 1929 in cui il capitalismo vacillò mostrando le sue falle e le sue contraddizioni, dando il via alla Grande Depressione. La Storia con la sua ironia ha poi voluto che si tingesse di nero anche il Venerdì, ma stavolta gioiosamente, sacrificato sull’altare della religione dei consumi (e di un’altra interiore Grande Depressione).
Giovedì 28 novembre i lavoratori delle sedi Amazon di Brandizzo (Torino) e Marene (Cuneo), addetti alla distribuzione merci, hanno scioperato per protestare contro le massacranti condizioni poste dal proprio datore di lavoro, che del Black Friday è uno dei massimi sacerdoti. Si solidarizza, chiaro, ma si polemizza pure, con il Codacons che ha giudicato la mobilitazione “inopportuna” per i disagi creati ai consumatori. Noi consumatori, d’altra parte, scesi in piazza in questi giorni sotto veste di sardine, aderiamo con fede, e senza scompensi, anche al grande e bulimico Movimento dei Tacchini.