Una nonna su TikTok
Dalla Brexit alle elezioni europee, dalla crisi Alitalia al coronavirus: da quasi un anno nonna Ines è il nostro punto di riferimento quando si tratta di spiegare un evento importante, nostrano o internazionale che sia. Fino a oggi la nostra cara nonna, insieme all’inseparabile Bruno, ha raccontato con il suo stile “pane al pane vino al vino” le tante vicende che ci circondano: è partita da “Yutubbe” e “Faceboc”, i grandi classici quando si parla di social network.
Ma è arrivato il momento di fare le valigie, tentare una nuova strada, aprirsi alla novità: per questo la nostra Ines ha scelto di migrare su TikTok. Già, la piattaforma dei giovani, ma proprio giovani giovani. Si calcola che quasi il 50 percento degli utenti abbia un’età compresa tra i 12 e i 25 anni. TikTok è un’app cinese che nasce, nella sua forma attuale, dopo la fusione con un’altra app, Musical.ly: la sua particolarità, che è anche il punto di forza, è la possibilità di caricare brevi video musicali, dai 15 ai 60 secondi. Ci si trova un po’ di tutto, dall’adolescente che imita il proprio cantante preferito all’influencer di professione che sa trasformare in centinaia (se non in migliaia) di euro ogni sketch che pubblica. Gente come l’italiana Virginia Montemaggi, 19 anni e già 4 milioni e 600mila fan all’attivo, o lo statunitense Jacob Sartorius, diciassettenne da oltre 22 milioni di follower capace di fare il grande salto e pubblicare canzoni con l’etichetta RCA Records, di proprietà della Sony.
Nell’ultimo anno TikTok è letteralmente esploso: l’app è stata scaricata un miliardo e mezzo di volte e gli utenti attivi viaggiano tra gli 800 milioni e il miliardo. Nel 2019 è stata la terza applicazione più scaricata in assoluto, dietro solo a Messenger e Facebook di Mr. Zuckerberg. Ormai è stata colonizzata da vip di ogni calibro, bisognosi di continui sbocchi pur di rimanere al passo coi tempi e intercettare un pubblico giovane, fresco e pronto a spendere pur di acquistare profumi, creme, coltelli da cucina, attrezzi da palestra, tutti infilati e pubblicizzati nei video con un sapiente product placement.
La notorietà porta con sé i suoi problemi: finché è rimasto un prodotto di nicchia per ragazzini annoiati dai lunghi post su Facebook, ormai carichi di odio e buoni per far sfogare cinquantenni frustrati dalle loro grame esistenze, o da foto su Instagram diventate col tempo tutte uguali, non c’è stato alcun problema. Quando però il giro d’affari cresce e raggiunge le centinaia di milioni di dollari (170 nel 2019, per la precisione), l’attenzione delle autorità diventa inevitabile. E allora partono i primi quesiti: quanti e quali dati raccoglie quest’app? Come li usa? Come tutela gli utenti minorenni? Metteteci poi che TikTok è stata progettata in Cina, l’azienda proprietaria – ByteDance – ha sede a Pechino e il gioco è fatto. Nel febbraio 2019 la Federal Trade Commission negli Stati Uniti ha multato la società cinese con una sanzione record da 5,7 milioni di dollari per non aver rispettato la privacy dei minorenni. Durante le proteste a Hong Kong è stata accusata di censurare i video dei manifestanti, viene costantemente sottolineato il rischio per la sicurezza nazionale di buona parte dei paesi europei e degli Usa, poiché è sottoposta alle leggi imposte dal regime cinese. In realtà i pericoli sembrano essere i soliti, quelli classici di tutte le piattaforme social. Non è che dalle parti di Menlo Park (Facebook) o di Mountain View (Google) siano proprio dei santi: oppure ci siamo già dimenticati della storia di Cambridge Analytica e dei dati rubati su Google+?
Di sicuro TikTok non è più solo un luogo virtuale “per non pensare”, è diventato un social a tutti gli effetti nel quale la maggior parte dei video sono ancora di natura molto leggera, ma che piace sempre più agli organi di informazione, che hanno capito di non poter certo sperare di far leggere un loro articolo agli under 20 pubblicandolo solo sul loro sito. Tra i primi a capirlo sono stati quelli del Washington Post, che con il loro curioso account (“We are a newspaper”) sta raccogliendo consensi e visualizzazioni: certo, non aspettatevi profonde analisi su come vengono gestiti i tassi d’interesse da parte della Federal Reserve, ma qualche video simpatico sicuramente potrete vederlo e magari, se proprio siete curiosi, approfondirete meglio la questione finendo direttamente nel loro sito internet.
Nonna Ines è convinta di poter dire la sua anche in questo nuovo mondo, così giovane e con un linguaggio che solo all’apparenza è distante da quello di una grintosa ottantenne. Sul profilo TikTok di Lorem Ipsum, la nostra Ines continuerà a interpretare, con la consueta dose di ironia casareccia, quelle che sono le storture della politica italiana e i grandi temi internazionali. Perché se “più ce studiate e men c’acapite”, potrete sempre contare su di lei.