Di eremiti digitali in deserti metropolitani
Immaginate di svegliarvi un bel giorno e scoprire improvvisamente che fuori non c’è più nessuno, tutto chiuso e tutti chiusi in casa. Immaginate di trovarvi in questo scenario senza preavviso e ignorandone qualsivoglia causa.
Se l’immagine esterna è ormai alla portata di tutti, come unico paesaggio immobile e silenzioso fuori dalle nostre finestre, quella interna sarebbe invece alquanto bizzarra da figurarsi. Chi potrebbe mai non essersi accorto dell’evento globale che ha stravolto la quotidianità del mondo? Il suo nome è Jared Leto.
Sì, può capitare di perdersi persino l’apocalisse. Così è stato per l’attore e cantante statunitense che ha scoperto cosa è successo un paio di settimane dopo il resto del mondo. “È che sono stato 12 giorni in meditazione nel deserto – ha spiegato Leto – mi sono trovato in un mondo molto diverso”.
Ti crediamo Leto. Ma in fondo non tanto diverso dal tuo deserto e dal tuo isolamento che – sorpresa – ti toccherà continuare ancora per un po’. Certo questo anacoretismo domestico non prevede la rinuncia a internet, che anzi rischia il collasso sotto un traffico enorme di evasioni virtuali.
Tuttavia dobbiamo ammettere che quella dell’eremita ormai non è più una scelta rivoluzionaria. Tutti arroccati nel nostro eremo a spararci sedute interminabili di facebook, twitter, tiktok, instagram. Un intero stormo di passeri solitari appollaiati su finestre digitali.
E in fondo prima non era tanto diverso. Magari uscivamo, ma anche quando eravamo ammassati su una metro o sparsi su una piazza, stavamo zitti, non ci incontravamo, e rimanevamo chiusi in quello stesso eremo tascabile.
Ma un giorno forse torneremo anche noi da questa meditazione coatta nei deserti metropolitani. Usciremo e ci accorgeremo per la prima volta di quello strano silenzio rumoroso che ci aveva sempre circondato, ce ne accorgeremo, con 12 anni di ritardo.