Il Deca – Amnesie
Nessuno ha una memoria tanto buona da poter essere un perfetto bugiardo.
(Abraham Lincoln)
Riflessioni decaffeinate, buone anche per i deboli di cuore
Non ricordo. Davvero. Non so neanche perché ho deciso di scrivere quel che sto per scrivere, però ormai ci sono. La nostra esistenza è un buco di memoria continuo: “Dove ho lasciato le chiavi?”. Questa l’abbiamo detta tutti almeno una volta nella vita. “Ricordi che mi avevi fatto quella promessa, l’anno scorso?”. Sinceramente, no. Sono tutte piccole amnesie personali: stress, preoccupazione, semplice disattenzione. Trovate pure la giustificazione che ricalca meglio la vostra personalità. Poi ci sono le dimenticanze collettive: pensate che una volta un politico disse che avrebbe cambiato mestiere se avesse perso un referendum. Dopo qualche settimana si era già scordato. Ma forse è proprio questo il segreto. Parafrasando quanto detto da Totò in un’intervista del 1963 a Oriana Fallaci, non solo la felicità signorina mia, ma anche la politica è fatta di attimi di dimenticanza…
1 – Eravamo Europa? Ci servono dei dottori, ma di quelli bravi, che prima ti salvano la vita e poi ti danno una cura ricostituente. Il Recovery Fund è solo l’ultimo argomento di scontro, la Francia e la Germania propongono 500 miliardi da usare per “coprire le spese prioritarie”. Vai a sapere quali siano. Speravamo nell’Europa (intesa come Unione europea), ma il team diagnostico è diviso. Che Merkel e Macron si siano dimenticati di far parte di un’unione?
2 – Amnesia digitale. Diciamoci la verità: in quanti, quando hanno letto Recovery Fund, poche righe più su, hanno avuto subito chiaro in testa l’argomento trattato? Pochi probabilmente. Ma tutti sappiamo dove andare a cercare per carpire qualche vaga informazione: sul web. Attenzione, però, a delegare troppo la nostra conoscenza: una ricerca condotta da Kaspersky Lab qualche anno fa dimostra che l’affidarsi a internet per ricordare rischia di far diminuire la memoria a breve termine.
3 – Preferisco dimenticare. E qualche dubbio sul fatto che i ricordi recenti ci abbandonino possiamo averlo guardando il profilo Instagram “Foto di politici” che raccoglie il meglio (e il peggio) degli uomini e delle donne che ci rappresentano. Un collage di politici e politicanti che dimostra come certe immagini sarebbe bene non dimenticarle mai il giorno delle elezioni.
4 – Goodbye Pandemia. Chissà se il signor Brian Harvey si ricorderà del suo premier, Boris Johnson, alle prossime elezioni. Brian ha 69 anni, è entrato all’ospedale universitario di Bristol lo scorso 21 marzo con una gravissima polmonite e i medici hanno deciso di indurre il coma per cercare di salvarlo. Solo in seguito hanno scoperto che l’uomo aveva contratto il Covid-19. Dopo settimane di battaglia Harvey si è risvegliato, senza sapere che il coronavirus era dilagato in tutto il mondo e che pure il primo ministro del Regno Unito era stato infettato, finendo anche lui in terapia intensiva. Non si ricordava più nulla di quanto accaduto nei giorni prima del ricovero, come se nella sua mente il virus non fosse mai esistito.
5 – Amnesia romantica. Con storie come quelle di Brian di solito i registi ci fanno un film. Il cinema infatti è pieno di trame che ruotano intorno all’amnesia. Andatevi a recuperare “50 volte il primo bacio”, commedia del 2004 con protagonisti Lucy/Drew Barrymore, incapace di fissare nella memoria i ricordi in seguito a un incidente, e Henry/Adam Sandler, che ogni giorno prova a riconquistarla in modo differente. Uno stile leggero e romantico per affrontare un tema delicato.

6 – Col fiato sospeso. Stesso argomento, l’amnesia anterograda, ma un taglio completamente diverso. Parliamo di Memento, uno dei primi film di Christopher Nolan. «Ora so che uno finge, perché se pensi che qualcuno si aspetta che tu lo riconosca fingi di riconoscerlo, fingi per fare piacere ai dottori, fingi per non sembrare diverso». Angosciante, spiazzante, geniale. Il segreto dell’opera sta nel suo montaggio e nella scomposizione cronologica della trama. Un vero e proprio cult, da cui tutti, smemorati e non, possiamo trarre ispirazione.
7 – Gli abbracci mancati. Un po’ smemorati, forse. Ma i nostri anziani non si sono dimenticati di com’era la vita prima del Covid. Lorem Ipsum ha pubblicato il racconto di alcuni aspetti passati sottotraccia, fatti di ansie e paure, dolore e solitudine, ma anche di aneddoti divertenti. Le esistenze sospese dei nostri vecchi, tra la bocciofila chiusa e la mancanza dell’abbraccio ai nipoti. Un po’ come la bella illustrazione dell’artista Alessandra Olanow.

8 – Amnesia abitativa. Ci siamo dimenticati che, per essere abitanti di una città, quel luogo bisogna viverlo e non solo affittarlo ai turisti. Invece, in tempi di vacche grasse, i centri storici delle città italiane si sono svuotati, per lasciare spazio a locali e realtà abitative pensati per gli avventori. Luoghi diventati improvvisamenti vuoti a causa dell’epidemia di coronavirus e ora in crisi in attesa che confini e frontiere vengano riaperti. Anche noi stiamo raccontando questa realtà, una forma di amnesia collettiva che ci fa perdere l’essenza delle nostre radici.
9 – I dimenticati. Senza radici, senza turisti, senz’anima. La nostra è sempre più, anche e soprattutto con la crisi Covid, una società di dimenticati. «Dai lavoratori in nero a chi è strangolato dalle rate, dalle famiglie con disabili ai genitori separati, dai migranti nella spirale “niente lavoro-niente permesso” ai malati lasciati senza cure». Alcune di queste storie sono raccontate su Millennium, il mensile del Fatto Quotidiano. Nel numero di maggio trovate anche il nostro contributo.
10 – Ce la ricorderemo, la felicità? Che poi dimenticare non è sempre sbagliato. Ce lo suggerisce ancora Totò, nella già citata intervista pubblicata dall’Europeo: «Forse vi sono momentini minuscolini di felicità, e sono quelli durante i quali si dimenticano le cose brutte». Nonostante le convinzioni di Antonio de Curtis – “io lascio delle parole, che dopo una generazione non se le ricordano più” – eccoci qua, A.D. 2020, a imparare dal principe, re della comicità.
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