Verginità obbligatoria
Ti voglio sposare. Sei tu casta, pura e vergine? Dimostralo. In Francia basta rivolgersi a un medico per procurarsi un apposito certificato di verginità che attesti la propria illibatezza. Una controllatina all’integrità dell’imene, così, per sicurezza, per esser certi che la promessa moglie non si sia dimenticata qualcosa quando si affrettava ad annunciare a parole la propria castità.
Un’abitudine a dire il vero minoritaria, richiesta da qualche famiglia integralista, dicono, soprattutto di religione islamica. Ma ora il governo francese vuole approvare una legge per bandire questa pratica, definita sessista e umiliante. Il metodo è semplice: responsabilità penale per i medici che si prestano ad apporre bollini di verginità sulle altrui vagine.
Mentre tutti attendevano insurrezioni dalle moschee, ha invece sorpreso la protesta dagli ospedali. Diversi dottori, ginecologi e persino esponenti femministe, hanno firmato una lettera comune pubblicata su Libération.
“È una pratica barbara, retrograda e totalmente sessista – hanno premesso – In un mondo ideale, tali certificati dovrebbero naturalmente essere rifiutati – hanno aggiunto – Ma ci capita di dover fornire questo certificato a una giovane donna per salvarle la vita, per proteggerla perché è indebolita, vulnerabile o minacciata”.
Prendiamo pure per caste, sulla fiducia, le parole di questi medici dissidenti, che preferirebbero mantenere sotto il proprio controllo simili casi, anziché affidarli alla clandestinità. Ma a questo punto rilanciamo: più che far restare legali i certificati di verginità, si potrebbe renderli obbligatori.
D’un sol colpo molte religioni, a cominciare da quella cattolica, si troverebbero a fare i conti con se stesse e con questa presunta virtù, così largamente accettata come tale, a parole. D’altronde, come ebbe a scrivere il caustico Karl Kraus: “L’ideale della verginità è l’ideale di quelli che vogliono sverginare”
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