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All’ombra dell’ultimo solo

Immaginate, una mattina, di mettervi in cammino. Percorrete un chilometro, poi due, poi diventano decine, centinaia e infine migliaia di chilometri. Siete esausti, così stanchi che la notte non riuscite più a dormire. Avete le ossa rotte, perché vi hanno bastonato, avete ustioni, perché vi hanno spento mozziconi di sigaretta sulla schiena. Siete stati vessati, depredati, pestati. Non contate più le vesciche che vi esplodono sotto i piedi, tra le dita, sulle caviglie.

Così, arrivati all’ennesimo confine dell’ennesimo Paese che si frappone fra voi e la vostra meta, scoprite con stupore che ad accogliervi non c’è solo l’ennesimo gendarme in divisa pronto a picchiarvi. In una piazza di cui non conoscete il nome, in una città il cui nome avete scoperto per bocca d’altri come voi, a darvi il benvenuto è un piccolo gruppo di persone. Non chiedono documenti, non vogliono riconoscenza. Vi regalano un paio di scarpe, ché le vostre non hanno più suola. Vi donano dei vestiti, ché i vostri sono intrisi di sangue e sudore. Vi offrono del cibo, ché i vostri stomachi congelati trovino ristoro.

Immaginate, questo gruppo di abitanti, giovani ma soprattutto vecchi, che ogni sera alle 18, all’ombra dell’ultimo solo, vi medica, vi conforta, vi rimette al mondo. Ogni tanto, poi, alcuni di loro si spingono oltre le linee della città, della nazione, e scendono all’inferno, che voi ben conoscete, perché lo avete attraversato.

Ora immaginate che una mattina, all’alba, i gendarmi entrino nella casa di due di loro, che si chiamano Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir, e che quella casa sia anche la sede della loro associazione. Vengono sequestrati i loro telefoni personali, oltre ai libri contabili dell’associazione e diversi altri materiali. Si vuole indagarli per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: non sapete bene che significa, ma intuite che sono trattati alla stregua di criminali. Li accusano di aver guadagnato sulla vostra pelle, di avervi aiutato e poi ospitato per sfruttarvi economicamente.

Allora voi capite. Capite che aiutarvi, a voi che siete la feccia della terra, non solo è malvisto, ma è pure perseguitato. Capite che siete non solo ultimi, ma anche soli. E vi rimettete in cammino, e le suole delle scarpe ormai non esistono più.

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L'Ammazzacaffè, il digestivo di fine settimana offerto da Lorem Ipsum. Nella puntata 60 la storia di un viaggio e di un delitto, quello commesso da chi versò il vino e spezzò il pane per chi diceva "Ho sete, ho fame"

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