Ma che bravo dipendente!
Immaginate di essere a fine turno di lavoro. Siete stremati, è giorni che non riposate, vi sono stati imposti orari massacranti, e poi avete fatto straordinari, e pure non retribuiti. Arriva il vostro capo, vi sorride e vi dice: “State facendo un ottimo lavoro, ho deciso di premiarvi con un aumento di stipendio”. Apriti cielo. Voi vi incazzate, sbattete i piedi per terra, siete scandalizzati. Un aumento di stipendio? Ma come? Vi ha forse preso per fessi? Siete forse così coglioni da accettare un aumento di stipendio? Giammai! Lo guardate fumanti di rabbia e replicate: “Un aumento di stipendio? Stiamo scherzando? O mi dici ‘bravo’ o mi licenzio”.
Vi sembrerà un aneddoto strano e anche un po’ inverosimile, ma no, fidatevi, lo dicono le ricerche e lo rilancia gongolante anche il Corriere della Sera: “Un ‘bravo’ del capo vale più dell’aumento di stipendio. 10 modi per far felici i dipendenti”, titola il gustoso vademecum per datori di lavoro in cui scoprire il “modo migliore per far dare ai propri dipendenti il meglio di sé”. Il prezioso articolo si apre con la constatazione che, in tempi di pandemia, “la distanza può sfilacciare le relazioni tra colleghi e alla fine a soffrire è la performance aziendale, perché il segreto di un’azienda che va bene comincia sempre da un team motivato e felice”.
E allora come rendere felice il proprio sottoposto insoddisfatto? Lo rivela una ricerca condotta da Absolute Digital Media: non c’è niente di meglio di un semplice “grazie”. Non solo, ma il modo preferito per gratificare un dipendente è, secondo l’83% degli intervistati, il riconoscimento e la messa in evidenza dei risultati professionali.
E dunque, cari datori di lavoro, andate sorridenti dai vostri dipendenti e omaggiate loro con un sincero e riconoscente “grazie”. Non aspettano altro! Se poi ce ne sarà uno che, inspiegabilmente, si incazza e decide di scioperare o, magari peggio, vi tira un pugno sul muso, non demordete: si tratta certamente dell’eccezione che conferma la regola: gratificare gli schiavi, e sostituire ogni diritto con una pacca sulla spalla.
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