La schiava maestra
Al mercato il padrone sceglieva i suoi schiavi, come animali da soma venivano selezionati in base alle loro caratteristiche e comprati. Questa puntata di Secondi racconta di una donna nera schiava che ha insegnato la libertà ai suoi fratelli: è la storia di Lily Ann Granderson.
Lo schiavo era analfabeta per definizione e tale doveva restare. Negli Stati Uniti del XVIII secolo, anzi, esisteva addirittura una legge che puniva chi istruiva gli schiavi.
Nel 1740 in Carolina del Sud fu approvato il Negro Act, in risposta alla ribellione di Stono del 1739. Con questa legge diventava illegale che gli schiavi si spostassero all’estero, si riunissero, guadagnassero denaro e imparassero a scrivere. Chi trasgrediva poteva essere ucciso dal padrone, secondo la legge.
Quando, dopo che le truppe dell’Unione giunsero in Mississippi nel 1863, i missionari arrivarono per fondare delle scuole per gli ex schiavi si accorsero che una scuola esisteva già: era la scuola clandestina di Lily Ann Granderson.
Poche le informazioni sul suo conto, sappiamo che nacque in Virginia nel 1816, già schiava. Lavorò come domestica e i figli del padrone le insegnarono a leggere e scrivere. Quel patrimonio – non da tutti – lo custodì gelosamente anche dopo la morte del padrone, quando venne venduta a uno schiavista del Mississippi. Qui iniziò a lavorare nei campi di cotone, ma la sua salute iniziò ad accusare il caldo e la durezza di quel lavoro a cui non era abituata e così le fu permesso di tornare a fare la schiava domestica.
Lontano dagli sguardi dei padroni nei campi, la donna pensò di poter aiutare i suoi fratelli attraverso l’unico strumento di cui disponeva: l’istruzione. così nel cuore della notte, Lily Ann Granderson accoglieva di nascosto giovani schiavi in una stanza sul retro dello stabile in cui viveva. Qui, a lume di candela, ai ragazzi che di giorno si rompevano la schiena nei campi insegnava a leggere e a scrivere e la strada per la libertà.
Essere alfabetizzati per gli schiavi o equivaleva alla possibilità di compilare documenti permetteva loro di poter scappare verso gli stati del nord, di scappare dalla schiavitù, di cancellare lo stigma che avevano marchiato sulla pelle.
Per sette lunghi anni Lily Ann Granderson regalò agli schiavi un’istruzione e la consapevolezza di poter cambiare il corso delle loro vite. Quando fu scoperta, non fu arrestata. La legge diceva infatti che i padroni non potevano insegnare a leggere e scrivere ai loro schiavi, ma non vietava che uno schiavo insegnasse a un altro schiavo.
I tempi erano maturi per il cambiamento e così la scuola clandestina di Lily Ann Granderson scalzò l’analfabetismo forzato degli schiavi prima e poi quell’alfabetizzazione travestita da libertà che altro non era che un’istruzione ben salda sul modello di colonialismo, secondo cui gli schiavi potevano essere sì istruiti ma solo per essere addomesticati meglio, confermando la superiorità dei padroni bianchi e sigillando il loro privilegio.
Una schiava che insegna agli altri schiavi invece sovverte l’ordine e stabilisce un equilibrio: una pari tra pari che lotta per sradicare il contrassegno della schiavitù. Ad abolire definitivamente la schiavitù fu il XIII emendamento. L’iter di approvazione fu lungo e fu Lincoln in persona a impegnarsi perché l’esito fosse quello sperato. la Camera approvò la proposta nel gennaio 1865 con 119 voti a favore, 56 contrari e 8 astenuti, quindi con appena 2 voti di scarto sul minimo di 2/3 di voti favorevoli necessari per emendare la Costituzione.
Lily Ann Granderson è seconda per antonomasia: donna, nera, schiava, sfida l’ordine stabilito delle cose per cambiare la storia. Di lì a poco, con la guerra di secessione, le scuole per gli ex schiavi proliferarono lasciando indietro il marchio del colonialismo.
Il coraggio e la determinazione di Lily le valsero un posto da insegnante nella scuola fondata nell’ospedale della sua città. Quella stessa scuola, poi trasferita a Jackson, divenne un’università. Non una qualsiasi: è una delle Historically black colleges and universities, cioè quelle istituzione accademica statunitense al servizio delle minoranze.
Proprio come fece Lily Ann Granderson, che con spirito di abnegazione nei confronti della sua, di minoranza, spese tutti i suoi giorni, divenendo oggi uno dei simboli del riscatto degli schiavi d’America.