Una storia esemplare
La procura di Verbania ha aperto un’indagine per l’incidente sulla funivia Stresa-Mottarone. Finora sono stati arrestati tre dirigenti della società che gestisce l’impianto: sono accusati di aver bloccato consapevolmente l’attivazione dei freni d’emergenza, per evitare disservizi e blocchi.
Di ipotesi naturalmente si tratta, le indagini sono ancora agli esordi e servirà tempo per capire cos’è effettivamente accaduto. Un verdetto, però, è già stato espresso: un processo per direttissima, forte del mandato popolare. Ecco che Giorgia Meloni spiega che se la ricostruzione degli inquirenti “fosse confermata sarebbe di una gravità inaudita. Se fosse così la giustizia dovrebbe essere implacabile per un fatto di serietà”. “Se fosse vero, non esisterebbe pena al mondo per punire tanta avidità e cattiveria”, le fa eco il compare Matteo Salvini.
Ma la sentenza è bipartizan. Ecco che allora Iunio Valerio Romano dà voce al M5S decretando che, “se i fatti saranno confermati, c’è dolo e la reazione sanzionatoria dovrà essere esemplare, affinché non maturi uno sconfortante sentimento di impunità”. Non solo la politica però, anche le cariche religiose hanno deliberato: il vicepresidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Giulio Disegni sancisce che, “davanti a 14 vite spezzate le scuse, e forse neanche il carcere, non bastano. Ci vuole una pena esemplare”.
All’unanime coro di richiesta di impiccagione in pubblica piazza si unisce anche la procura. Secondo i pubblici ministeri che hanno disposto la custodia cautelare il fermo è motivato dal pericolo di fuga “anche in considerazione dell’eccezionale clamore a livello anche internazionale per l’intrinseca drammaticità” dell’incidente, drammaticità “che diverrà sicuramente ancora più accentuata al disvelarsi delle cause del disastro”. E siccome “lo hanno fatto per soldi – ha detto il pm – la pena sarà elevatissima”.
C’è sete di giustizia, si spiega, e davanti a una storia raccapricciante come questa i colpevoli, senza neanche il beneficio dei presunti, devono pagare caro. Che sia da esempio, si ribadisce, punirne uno per educarne cento. E così, mentre ardono sul rogo, guardiamo le fiamme sazi di vendetta, mentre non ci accorgiamo della terra che brucia sotto i nostri piedi.