La maratona di Terry
Quello che sentite è il rumore che fa la plastica di una protesi e una sneaker adidas sull’asfalto. È il rumore che fa la determinazione di un giovane canadese, è la storia di Terry Fox.
Terence Fox ha 18 anni e è un giovane atleta: è bravo a giocare a basket, è bravo a nuotare, è bravo a correre. Lo sport è la sua passione ed è per questo che sta studiando per diventare un insegnante di ginnastica.
La sua vita, però, prende una piega diversa da quella che si aspettava, quando, all’indomani di un banale incidente d’auto, scopre di avere un osteosarcoma, un tumore delle ossa. Inizia a curarsi, ma non basta: serve l’amputazione della gamba.
Terry ha 18 anni e la caparbietà che si addice a quegli anni, non si fa fermare dall’operazione e riprende a giocare a basket. cambia la prospettiva, ma il talento è talento e Terry riesce anche a entrare nella nazionale di basket in carrozzina. A Terry però non basta.
“Ho visto molte persone della mia età morire di cancro”, dice. Sa che la sua sfida è quella di tanti, per questo si inventa un modo per renderla collettiva e si lancia in un’impresa: attraversare tutto il Canada, correndo. Una maratona, insomma, per accendere i riflettori sul cancro e, soprattutto, sulla ricerca: vuole raccogliere un dollaro per ogni canadese.
A spingere Terry Fox erano state le parole del suo medico: sei fortunato, Terry, fino a due anni fa solo il 15% dei malati di osteosarcoma si salvava, oggi il 50%. La ricerca aveva fatto passi da gigante, sì, ma i fondi sono sempre troppo pochi.
Terry è deciso a cambiare le cose, si allena per più di un anno. È il 12 aprile 1980 quando monta la sua protesi e si lancia nella Maratona della speranza. “Voglio provare l’impossibile per dimostrare che si può fare”, ripete Terry come un mantra. davanti a sé 7.091 km: se corre cinque ore al giorno, ce la fa in 200 giorni.
All’inizio nessuno si cura di lui. corre da solo migliaia di chilometri, rischia di morire investito mentre attraversa la primavera fredda del Canada. A un certo punto qualcuno lo nota: è Isadore Sharp, un milionario che ha perso il figlio per il cancro. Catturato dall’impresa di Fox, l’imprenditore dona 10mila dollari e invita altri 999 uomini d’affari a fare lo stesso.
È l’inizio della svolta. i suoi capelli ricci li conoscono tutti in Canada: ad accoglierlo ai bordi delle strade ci sono sempre più persone.
Intanto Terry ha percorso mezzo Canada e il suo corpo inizia a risentire dello sforzo enorme, ma va avanti. Corre finché a tradirlo non sono le gambe, ma i polmoni.
A Thunder Bay, in Ontario, Terry è costretto a fermarsi: i medici scoprono che il tumore ha attaccato i polmoni.
È il 1 settembre 1980, Terry ha corso per 143 giorni, ha percorso 5.373 chilometri, ha raccolto 1,7 milioni di dollari. Terry Fox morì il 28 giugno 1981.
Le bandiere a mezz’asta in tutto il paese hanno onorato il ricordo di un secondo coraggioso: la vita divorata dalla malattia non gli ha impedito di lasciare nel mondo la sua eredità: la caparbietà di lottare contro un destino già scritto. Oggi ancora si corre in suo nome e se la ricerca contro il cancro continua a fare passi avanti lo dobbiamo anche un po’ a lui.
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